Legittimo l’accertamento fiscale se il prezzo di vendita dell’immobile è troppo basso

Sulla vendita dell’immobile a prezzo basso l’Agenzia delle Entrate potrebbe verificare gli importi dichiarati con il valore dell’immobili. Per non pagare molte tasse sulla vendita dell’immobile si abbassa il valore della vendita, ma il Fisco ci controlla, e niente gli sfugge: un valore troppo basso può determinare un accertamento fiscale. Una recente decisione della Commissione Tributaria (n. 223/2016) — riporta il sito Investire Oggi — chiarisce che è legittimo l’accertamento fiscale se il prezzo di vendita dell’immobile è troppo basso rispetto al valore risultante dalla perizia del mutuo. L’Agenzia delle Entrate ha diversi mezzi per rettificare il valore del bene acquistato e pretendere il pagamento delle imposte evase quando sospetta l’artificiosa svalutazione del corrispettivo. Oltre alla rivalutazione del bene in relazione alla zona e al quartiere ove è situato e alle quotazioni dell’Osservatorio sul mercato immobiliare, il Fisco può accedere alla documentazione bancaria relativa alla pratica di mutuo e quindi alla perizia preliminare fatta da un tecnico specializzato, volta a verificare il valore dell’immobile per la stipulazione del mutuo. Secondo i giudici tributari, è legittimo l’accertamento fiscale se il prezzo di vendita dell’immobile è troppo basso rispetto al valore risultante dalla perizia del mutuo.

L’Agenzia delle Entrate aveva verificato, in capo all’acquirente di un immobile, la stipula di un contratto di mutuo acceso con la banca per l’acquisto dell’immobile stesso. All’atto di acquisto il prezzo di vendita era più basso rispetto al mutuo richiesto alla banca e al valore stabilito dalle perizie. Quindi, l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a rettificare il valore dell’immobile recuperando a tassazione la differenza tra il valore dichiarato e quello stimato.

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